Il clima che cambia
La Terra si è formata circa 4,6 miliardi di anni fa e da allora ha subito continui cambiamenti: sono cambiati il suo aspetto, la disposizione delle terre emerse rispetto alle masse d’acqua, ma soprattutto è cambiato il clima.
Il clima è definito dall’insieme dei fattori ambientali e atmosferici (in particolare temperatura e precipitazioni) misurati per un lungo periodo, almeno 30 anni, in una data regione del Pianeta.
Il clima della Terra è mutato più volte nel corso della sua storia: periodi caldi, durante i quali erano addirittura assenti le calotte polari, si sono alternati a periodi molto freddi con ghiacciai che coprivano immense porzioni della superficie terrestre. Perché allora il riscaldamento attuale desta così tanta preoccupazione? Perché quello a cui stiamo assistendo non fa parte di un ciclo naturale come quelli del passato, ma è provocato dalle attività umane.
Chi è il colpevole?
Il fenomeno del surriscaldamento globale è spesso associato all’effetto serra quasi come se quest’ultimo ne fosse il diretto responsabile. Ma è davvero così?
La risposta è no! L’effetto serra è un fenomeno fondamentale per consentire la vita sul nostro Pianeta ed è possibile grazie alla presenza dell’atmosfera, lo strato gassoso che circonda la Terra.
L’atmosfera trattiene il calore generato dai raggi solari che raggiungono la superficie, impedendo che sia disperso nello spazio: in questo modo sulla Terra possono mantenersi le temperature che permettono la vita. Senza l’effetto serra naturale, la Terra avrebbe una temperatura media di -19°C, ben al di sotto del punto di congelamento dell’acqua.
L’effetto sera è garantito da sostanze aeriformi come il vapore acqueo, l’anidride carbonica (CO2) e il metano che sono detti appunto gas serra.
Quando abbiamo perso il controllo?
Dal 1850 in poi, con l’avvento dell’era industriale, questi gas, in particolare l’anidride carbonica, sono aumentati bruscamente: questo ha provocato un progressivo rialzo delle temperature medie terrestri che è stimato essere di circa 1,25°C rispetto all’epoca preindustriale.
Un solo grado può sembrare poco, ma non è così: è stato infatti sufficiente questo lieve aumento per generare un cambiamento nella circolazione delle correnti oceaniche, un progressivo scioglimento dei ghiacci polari, periodi di prolungata siccità e la diffusione di nuove malattie.
Come possiamo invertire la rotta
Le principali emissioni dei gas serra derivano dal consumo di combustibili fossili (petrolio e carbone) necessari per produrre energia elettrica. A seguire poi ci sono le emissioni dovute all’utilizzo dei mezzi di trasporto, come automobili, aerei e navi, e quelle prodotte da fabbriche, industrie, riscaldamenti domestici, agricoltura e allevamento.
Molte nazioni hanno firmato accordi importanti, assumendosi l’impegno di rispettare scadenze e obiettivi per la riduzione delle emissioni dei gas serra. É però necessario che ognuno di noi faccia la sua parte, mettendo quotidianamente in pratica comportamenti virtuosi.
Cosa puoi fare tu? Cerca con la tua famiglia di diminuire il consumo di energia elettrica: non lasciare in stand by le apparecchiature elettriche, come televisione, computer e console dei videogiochi, ma spegnerle del tutto quando non vengono utilizzate; non aprire e chiudere troppe volte il frigorifero altrimenti dovrà consumare più energia per ristabilire la giusta temperatura; in casa non esagerare con riscaldamento e condizionatori: è bene regolare con buon senso la temperatura.
Uno sguardo sul Parco del Mincio
Il ruolo dei siti Natura 2000 nel contrasto ai cambiamenti climaticiLe aree umide, come quella protetta dal Parco del Mincio, svolgono un ruolo importante nel mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici, contribuendo, per esempio, all’assorbimento della CO2. È importante quindi che tutti gli interventi pensati per contrastare il riscaldamento globale tengano conto della necessità di proteggere queste aree, predisponendone un uso sostenibile e responsabile.
Nel Parco del Mincio è presente una zona umida d’importanza internazionale (Convenzione di Ramsar del 1971) e sito della rete europea Natura 2000, le “Valli del Mincio”, una tra le più estese tra le zone umide d’acqua dolce d’Italia. Il Parco del Mincio è stato designato dalla Regione Lombardia come ente gestore di quattro siti della rete Natura 2000: Castellaro Lagusello, Valli del Mincio, Vallazza e Chiavica del Moro, tutti caratterizzati dalla presenza di aree umide che svolgono un ruolo importante nel contrasto agli effetti dei cambiamenti climatici e nell’assorbimento della CO2: guarda il video tutorial.