Il legame tra uomo e natura
Da 300 000 anni il Pianeta Terra è la nostra casa e noi, Homo sapiens, abbiamo imparato a sfruttarne le risorse per migliorare continuamente la qualità delle nostre vite.
L’uomo utilizza da sempre ciò che la nature gli offre: l’aria, l’acqua, il suolo, la vegetazione, gli animali. È assolutamente naturale che un essere vivente viva in stretto rapporto con l’ambiente che lo circonda, sfruttandone le risorse. Il problema si crea quando questo avviene a discapito degli equilibri del Pianeta.
Negli ultimi decenni stiamo assistendo a un incremento del diffondersi di malattie infettive che possono degenerare in vere e proprie emergenze sanitarie, e tutti noi stiamo ancora sperimentando gli effetti della pandemia di COVID 19 legata alla circolazione del virus SARS-CoV-2. Esiste un legame tra l’insorgere di queste problematiche sanitarie e l’impatto dell’uomo sulla natura? Gli esperti dicono che è molto difficile trovare un collegamento diretto, ma la situazione di emergenza ambientale che sta coinvolgendo tutto il Pianeta può aver innescato fenomeni che in qualche misura sono all’origine dell’insorgere di nuove malattie o ne amplificano la diffusione.
La rapida perdita degli habitat, per esempio, spinge continuamente gli animali selvatici ad avvicinarsi alle aree abitate dall’uomo, in cerca di cibo e riparo, ed è dimostrato che questo fenomeno può portare alla diffusione nell’uomo di nuove malattie, legate in parte a virus ancora sconosciuti per il nostro sistema immunitario.
In che modo le attività dell’uomo impattano sulla biodiversità e sul funzionamento degli ecosistemi? Ecco qualche esempio:
Frammentazione degli habitat
Per praticare l’attività agricola, l’uomo ha convertito innumerevoli aree, che prima erano abitate da una natura variegata, in distese che spesso ospitano un solo tipo di coltura. Questo processo, unito all’espansione delle città e allo sviluppo delle infrastrutture, come grandi strade e ferrovie, ha provocato la perdita di molti habitat naturali e la loro frammentazione. Le opere dell’uomo possono costituire delle vere e proprie barriere che dividono le popolazioni animali, rendendole più fragili e, nelle situazioni più gravi, a rischio di estinzione.
Impoverimento della biodiversità marina
Le prime civiltà umane sono sorte nei pressi di grandi fiumi perché l’acqua, e la vita che ospita, sono da sempre una risorsa fondamentale e insostituibile per l’uomo. Oggi, però, i corsi d’acqua, come anche i mari, appaiono trasformati, impoveriti della loro biodiversità a causa dell’inquinamento provocato dalle attività industriali, dall’agricoltura intensiva o da forme di pesca praticata con tecniche che danneggiano gli ecosistemi acquatici.
Deforestazione
Non solo le foreste ospitano migliaia di specie animali e vegetali ma, tramite la fotosintesi, sottraggono anidride carbonica e immettono ossigeno nell’atmosfera; la loro presenza è importante anche per la salute del suolo in quanto ne limita l’erosione.
L’uomo ha da sempre sfruttato le foreste per ricavare il legname da utilizzare come combustibile o come materiale da costruzione, oppure le ha disboscate per ricavare terreno da destinare all’agricoltura. Oggi però il nostro Pianeta sta diventando sempre meno verde perché il numero di alberi tagliati supera quello dei nuovi nati.
Desertificazione
Ogni anno un’area pari a 120 000 km quadrati si desertifica: che cosa significa?
Lo sfruttamento eccessivo dei terreni per lo sviluppo agricolo e per l’allevamento, lo sviluppo delle grandi città e delle aree industriali, l’aumento della temperatura media e i lunghi periodi di siccità portano a un continuo degrado del suolo che si impoverisce di sostante nutritive e diventa improduttivo, spesso in modo irreversibile.